Nell’attesa, sincronizzatevi con noi. E’ questa nostra sfida.

Condivido per i miei amici teatranti il vissuto di questi giorni che si condensa tutto in una grande attesa. L’attesa di calcare il legno della scatola magica che è il teatro, il mondo è il teatro delle nostre azioni, il teatro è necessario, il teatro racconta, un uomo che non narra non è un uomo e ogni volta che narriamo noi diventiamo teatranti.
Io qui è solo qui voglio stare e voglio tornare, perché in questo spazio l’immaginazione produce possibilità che la realtà neppure riesce a pensare . Parafrasando il Don Chisciotte questo e’ il luogo dove tutti i sognatori, tutti gli illusi , tutti gli sconfitti , sbattendo in faccia e colpendo nello stomaco lo spettatore con il proprio dramma diventano poesia, quindi forza amici teatranti non adattiamoci e continuiamo a sognare, non facciamoci andare tutto bene perché il teatro è di per se rivoluzionario e io vi racconto la nostra attesa.
Attesa
Tutto quello che abbiamo vissuto, le emozioni, i disastri, le paure, i trionfi, in questo legno magico, il legno che ha consumato il nostro sudore giovanile, ci ha reso adulti: ora è li come una dea che non puoi raggiungere e forse è proprio questo cha aspettavi, l’impossibilità.
L’impossibilità che genera energia nuova, perché ti spinge all’attesa, ed ogni idea che ti viene per colmarla produce malinconia e rabbia per il fatto di non poter esprimere ciò che sei, ciò del quale ti sei innamorato. Anche questa serata che vi proponiamo è solo un’isola galleggiante che si muove nel vuoto, alla ricerca di un’emozione, di una goccia di sudore, di uno sguardo complice. Pensi a cosa sarebbe stato e ti rendi conto che aveva ragione Piero Ciampi: l’assenza è un assedio.
Vorresti urlare contro qualcosa o qualcuno, scuotere gli attori, ma ognuno è nella sua cameretta: allora perché fare tutto questo? Perché violentare il teatro?
Perché l’attesa alimenta il desiderio, ma i Mayor sono incessanti, non sanno attendere e vogliono tuffarsi e anche stare nel vuoto della caduta. Allora ogni tanto seguite la spinta verso l’augenblick, il momento, sbattete gli occhi e immaginateci nella nostra casa vera, il legno del Goldoni, ed emozionatevi con noi, perché sarà solo apnea. Il mare è lontano e mentre respirate il nostro respiro, guardate con i nostri occhi, sincronizzatevi con i nostri cuori, aspettate l’impatto del tuffo. E le lacrime diventeranno schizzi, e noi siamo ancora qui, vivendo e attendendo il legno. Questa è la nostra sfida.
Lamberto Giannini direttore artistico Mayor Von Frinzius